Onorevoli Colleghi! - Da oltre venti anni la questione dell'uso degli animali negli spettacoli circensi è oggetto di attenzione pubblica e di critica. La sensibilità delle cittadine e dei cittadini nei confronti del benessere degli animali, infatti, è andata via via crescendo. Lo spettacolo circense, apprezzabile e da sostenere per i suoi contenuti artistici rappresentati da clown, giocolieri, acrobati, trapezisti, illusionisti, può invece essere considerato una manifestazione di violenza proprio per la presenza degli animali, costretti per la loro intera esistenza in anguste gabbie da cui possono uscire solamente per compiere esercizi contrari alla loro natura.
      La crescente disaffezione del pubblico, prevalentemente costituito da bambine e da bambini, si può giustamente collegare alla crescente sensibilità animalista.
      In Italia, Paese che ha la maggiore concentrazione europea di imprese circensi, il circo rischia di scomparire: il pubblico si allontana, gli incassi diminuiscono, la popolarità degli spettacoli con animali è in costante declino.
      Occorrono degli interventi decisi a sostegno dell'arte circense, che non possono prescindere però da un provvedimento urgente per porre fine all'inutile, superfluo, anacronistico utilizzo di animali-schiavi, costretti alla prigionia e sottoposti a trattamenti coercitivi per offrire al pubblico uno spettacolo comunque diseducativo, poiché induce soprattutto i più giovani a pensare che ogni violenza sia lecita anche per il solo fine di intrattenimento.
      La Lega anti vivisezione (LAV), principale associazione animalista italiana e rappresentante italiano di Europe for Animal Rights, ha promosso la proposta di legge che sottoponiamo alla vostra attenzione.

      La proposta di legge prevede la dismissione degli animali dei circhi, unitamente a interventi di comunicazione a favore dei nuovi spettacoli senza animali e sostegni economici, in parte già previsti dal Fondo

 

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unico per lo spettacolo, finalizzati comunque all'emancipazione dei circhi dall'utilizzo degli animali.
      Non si intende, quindi, mettere in pericolo l'occupazione in questo settore, ma al contrario creare le condizioni per una maggiore presenza e valorizzazione degli artisti negli spettacoli. L'occupazione viene piuttosto messa in discussione dal mantenimento dello status quo, che condurrà inevitabilmente alla chiusura, già in parte preannunciata, di importanti complessi circensi e all'aggravamento delle accuse di maltrattamento di animali mosse da aree sempre più vaste dell'opinione pubblica.
      Non entrando nel merito delle modalità di addestramento degli animali, su cui esistono interessanti e gravi testimonianze, il maltrattamento esiste palesemente dal momento in cui la vita degli animali viene confinata in anguste gabbie, condizione «incompatibile con la loro natura», ed essi vengono costretti ad eseguire esercizi che nulla hanno a che vedere con le «loro caratteristiche etologiche», creando così una situazione palesemente in contrasto con quanto stabilito dall'articolo 727 del codice penale.
      È per altro da sottolineare la decisione dell'Ente nazionale per la protezione degli animali di annullare l'accordo sottoscritto con l'Ente nazionale circhi per il buon mantenimento degli animali, considerato alla fine inutile anche per via dell'accertata impossibilità di fare scaturire un seppur minimo beneficio per gli animali tale da rendere meno palese la crudele condizione di chi è imprigionato e maltrattato senza ragione.
      Se riusciremo a salvare gli animali dai circhi avremo molte più possibilità di salvare i circhi con la loro arte, che non dovrà più confondersi con alcuna forma di violenza.
 

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